I documenti che seguono riportano i primi 100 anni della storia della famiglia Tomaduz e del lento evolversi dell’uso del suo cognome.
Prima di iniziare la lettura si tenga presente che non tutti i documenti reperiti sono facilmente traducibili, sia per il tipo di calligrafia, sia per l'inchiostro sbiadito dal tempo, che per l'utilizzo di simbologie non sempre chiare o traducibili, oppure perché i Parroci, anche se costretti dal Concilio di Trento (1563), non sempre annotano diligentemente i dati dei loro parrocchiani. I primi testi sono scritti in Italiano volgare, e sono composti da tre libri: di nascita, di matrimonio e di morte. I dati vengono catalogati per nome e non per cognome. Dopo il 1700 si inizia a scriverli in latino, e solo dopo il 1800 la catalogazione cambia, con la ricerca per cognome e non per nome; i libri diventano dei veri e propri registri, ed i dati molto più completi ed affidabili. Nella parrocchia di Scodovacca (UD) sono stati reperiti i testi che, a partire dal 1638 al 1800 circa, tracciano la strada del cognome Tomaduz. Nei
primi documenti non si trova nessun riferimento al cognome Tomaduz, ma
solo al soprannome "BRICHO" con cui viene indicato il
capofamiglia. Il soprannome viene utilizzato come fosse il vero
identificativo fino al 1645, anno in cui, per la prima volta, il cognome
ed il soprannome sono utilizzati contemporaneamente. Con fasi alterne, sia
il cognome che il soprannome vengono modificati, cosicché "Bricho"
diventa "Bricco", mentre il cognome varia da Tomaduzzo, a
Tomaduzzi, a Tomadutius, fino a stabilizzarsi in "Tomaduz" verso
la fine del 1700. Non è chiaro perché il
cognome non sia menzionato prima del 1645 e da dove provenga.
I primi documenti fanno riferimento a due capifamiglia, Andrea e Batista (detti "Bricho"). Hanno 20 anni di differenza, ma non è chiara la parentela, non essendoci atti che riportano una consanguinità. Andrea è nato nel 1593 circa, data che si può desumere dal suo certificato di morte; Batista invece nel 1615 circa (dato non certificato, ma dedotto da altre indicazioni). Il primo riferimento di Batista lo si trova nel documento di nascita della sua secondogenita Maria (1638). Non esistono neanche documenti del primo figlio, Simone, essendo nato, probabilmente, prima del 1635. Batista, quindi, deve essere considerato il capostipite, anche se, probabilmente, Andrea era suo padre. |
Andrea detto Bricho è probabilmente il capostipite, ma non ci sono atti scritti che documentino il legame con gli altri | |||||||
Batista detto Bricho è da considerare il capostipite, da lui nascono tre figli che costituiscono i tre rami principali della famiglia. Batista si sposa due volte: con Zuana (Giovanna) e con Cia (Caterina). | |||||||
Simon detto Bricho, Francesco detto Bricho e Giacomo detto Bricho sono, secondo le attuali conoscenze, i capostipiti dei tre rami principali. Simone
e Francesco sono figli di Zuana, prima moglie di Batta.
Per cui, i due rami attualmente esistenti, derivanti da Simone e da Giacomo, sono nati dallo stesso padre, ma la madre è diversa |
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Andrea 1593 +1653 | |||||||
Batista | |||||||
Simonon | Francesco 1642 +1675 | Giacomo 1654 +1694 | |||||
Gasparo 1661+1702 | Gio Batta 1670 | Franciscus 1679 +1731 | |||||
Simon 1691 | Simon 1687 +1713 | Nicolaus 1717 | |||||
Joannes Bapta 1739 +1788 | Joannes Bapta 1712 | Franciscus 1744 | |||||
Simon 1778 +1845 | Jacobum | Pietro 1788 + 1834 | |||||
Giacomo 1807 +1862 | Giuseppe 1822 + 1901 | Joannes 1754 +1788 | Francesco 1829 +1913 | ||||
Giovanni 1840 +1921 | Antonio 1860 +1926 | ramo estinto | Davide 1857 + 1939 | Giacomo 1865 | |||
Giuseppe 1874 | Tarcisio 1888 +1977 | Giacomo 1886 +1916 | Riccardo 1889 +1976 | Angelo 1896 +1975 | Davide 1898 | Luigi 1902 |
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I documento originali provengono da:
Archivio Parrocchiale di Scodovacca
Archivio Parrocchiale di Terzo di Aquileia
Archivio Comunale di Aquileia
Archivio Arcivescovile di Gorizia